Poi provare a mettersi in contatto con London ruby ug http://lrug.org/
era
una possibilit
S.
Un po` di persone del LRUG li conosco, potrei contattarli oppure mandare
un messaggio in lista dicendo che stiamo cercando persone per parlare al
Ruby Day. Li ci sono persone conosciute a livello mondiale e che sono
autori anche di libri.
Come Luca (Guidi), lavorando in DNSimple ho diversi contatti diretti (o
indiretti) con molti personaggi di spicco del mondo Ruby. Lo stesso
Anthony
Eden (@aeden), fondatore di DNSimple, spesso in giro come speaker per
conferenze Ruby e sono certo non ci sarebbe problema ad intervenire al
RubyDay.
Fatemi sapere se pu servire supporto (bisogna per prima definire una
whishlist in modo che possa dirvi con chi potrei relazionarmi). In
merito a
questo, credo che sia per fondamentale capire uno degli aspetti che si
stava discutendo in un altro tread: conferenza in EN o IT?
Non una scelta facile, ma a mio avviso se volete attirare speaker
internazionali, il target deve essere internazionale.
Un esempio molto simile a cui ho partecipato quest’anno Rulu, la Ruby
Conferenze organizzata a Lione in Francia.
La scelta stata di organizzarla completamente in inglese (e stiamo
parlando dei francesi…) ed ha premiato sotto tutti i fronti. Un sacco
di
speaker di calibro internazionale e la qualit della conferenza
assolutamente paragonabile ad altre conferenze Europee ed
internazionali.
+1 per l’inglese. Vorrei solo fare una riflessione, cio pensare su quale
deve essere
lo scopo principale del Ruby Day: hight level quality or attracting more
new developers.
io non ho preferenza per farla solo in inglese, anzi penso che mixare
permetta a tutti di seguire quello che interessa di pi ( o si capisce
meglio ). lascerei ad ogni speaker la libert di presentare nella lingua
che preferisce.
per attrarre nuovi sviluppatori, meglio fare i corsi gratis come quello
che
sto tenendo io (la qualit del docente bassa, ma dai numeri di youtube
direi che l’interesse c’)
La varietà linguistica dell’anno scorso è stata più che buona e per il
pubblico italiano penso che la presenza di speaker inglesi abbia
generato
maggiore interesse piuttosto che ostilità.
Non è realistico accontentare qualunque utenza