2011/12/21 David W. [email protected]:
Nella mia carriera ho avuto occasione di usare Perl, C, PHP, Python,
Tcl, HTML, SQL, Ruby, Erlang, Java, Javascript, LaTeX, shell scripts e
magari qualcosa che non mi viene in mente adesso.
almeno un dialetto di ML (Alice) mi ricordo di averti visto nella
mailing list
In un campo dove cambiare e` la norma (a patto di non stare in banca a
lavorare su Cobol/Java), ci vogliono strumenti che cambiano anche
loro.
Io ne conosco due di ‘seri’, Emacs e Vim, e preferisco Emacs.
Forse non e la cosa piu
immediata di questo mondo, ma anno dopo
anno, continua ad essere uno strumento molto utile, e continuo ad
imparare cose nuove.
Io uso vim (macvim o gvim su osx/win) ma sono lontano dall’essere un
power user.
Emacs rimane nella mia infinita lista di cose da imparare…
Ma… ammetto che per certe cose (java) preferisco soluzioni pi
pesanti (eclipse).
anche l una questione di ecosistema alla fine: se lavoro con rails,
vim ha una syntax highlight largamente meglio di quella in altre
soluzione (e.g. netbeans) e rails.vim fantastico.
Ma alternativamente, dovendo lavorare con appengine/java il tooling in
eclipse risparmia un sacco di tempo, e completion/refactoring tools
sono meglio di quel che ho visto in emacs/vim (ma non escludo che ci
siano opzioni che non conosco).
Immagino che per chi usa .NET si possa presentare una situazione
analoga con visual studio.
In assenza di fattori qualificanti, poi chiaramente si torna a un
default (e.g. quando ho giocato con Scala, siccome l’IDE era
inutilizzabile, meglio vim pur senza omnicompletion e con syntax
highlight confusa).
Ah, e il mio pet peeve com vim che penso che componenti della UI
(vagamente) analoghi alla
GUI nativa siano esteticamente preferibili (es: odio la separazione
tra i buffer in macvim fatta con “|”)
ma credo la situazione sia migliore in emacs-landia.
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