Vero, verissimo. Ma questa è una regola cross-platform
jeko
Vero, verissimo. Ma questa è una regola cross-platform
jeko
Giusto, è esattamente la mia tattica. E, per ora, ha funzionato. Ci sono
stati addirittura dei funzionari che mi hanno richiamato dicendomi “sono
3 anni che cerco di cambiare qualcosa e nessuno mi ascolta, poi arrivi
tu, fai una demo, e tutti parlano di rails e rest”…
@Luca… Amen
Jek
Il 28/05/07, Stefano G. [email protected] ha scritto:
Vero, verissimo. Ma questa è una regola cross-platform
jeko
premetto:senza polemiche.
il termine evangelizzare non è proprio neutro.
evangelizzare mi ricorda la fede.
mi ricorda oltre tutto fenomeni da baraccone come steve ballmer che
incita i
suoi manco fosse tom cruise in magnolia.
e mi ricorda uno nel mio ufficio che si dichiara java-evangelist…
simpatico come […]
ho detto la mia. come si dice IMHO.
secondo me la qualità viene data dal software.
e per ora in giro si vede poco.
al contrario di altre tecnologie meno pubblicizzate.
On 5/28/07, Stefano G. [email protected] wrote:
Ragazzi, abbiamo la fortuna di essere il manipolo di benedetti dalla sorte che ha
scoperto questa meravigliosa e salvifica tecnologia che è Ruby, e ci lamentiamo
che non è diffusa abbastanza?
Arrivo leggermente in ritardo, ma volevo dire la mia.
Non sono del tutto d’accordo con quello che dici, nonostante in realtÃ
mi piacerebbe esserlo. Bisognerebbe valutare bene la situazione perché
per esempio trovo trovo che, a prescindere dalle modalità , attualmente
non sia realizzabile la spinta di Ruby nella maggior parte delle
aziende medio-grandi italiane poiché esse non hanno figure che possano
mettere mano a prodotti realizzati con questo linguaggio. Figuriamoci
poi se queste adottano la politica “non ci sono corsi, non c’è spinta
di marketing, la tecnologia non esiste” (ne conosco, purtroppo).
Faccio un esempio volutamente esagerato e semplificato: l’azienda può
avere 100 persone che scrivono software in Java (o .NET)… in 10
scappano in Giamaica con un biglietto di sola andata senza dir nulla a
nessuno, 10 si dimettono senza preavviso e 10 beccano un virus in
mensa che li costringe alla malattia. Situazione critica,
indubbiamente, ma almeno non si paralizza tutto (se correttamente
scalate le risorse) e non è eccessivamente difficile reperire dei
rimpiazzi sul mercato, magari rivolgendosi ad aziende di consulenza
informatica specializzate. Con Ruby, ad oggi, sarebbe possibile? Anche
supponendo che nell’organico ci sia qualche fortunato che conosce il
linguaggio, come si può risolvere il problema della formazione delle
restanti risorse se non esistono corsi o eventi specifici? In questi
ambiti, cercare di introdurre Ruby di nascosto o forzatamente solo
perché è più bello o permette di risparmiare tempo quando nella realtÃ
la struttura non è organizzata/istruita può essere altamente
deleterio, per conto mio. Magari l’adozione di Ruby da parte di Sun e
Microsoft potrà dare quella (mal)sana spinta di marketing necessaria,
chissà …
Personalmente, nell’azienda per cui lavoro (non propriamente
informatica ma con una piccola struttura per lo sviluppo di
applicazioni che ne coadiuvano il core business) abbiamo la fortuna di
scegliere e decidere ogni volta lo strumento più adatto per i nostri
progetti (non siti web) e non siamo succubi di una tecnologia in
particolare, così sono riuscito a promuovere Ruby piuttosto facilmente
e ora lo uso insieme a C# o PHP sia internamente sia per i nostri
prodotti mentre due miei colleghi stanno imparando il linguaggio ed
essendo particolarmente abituati all’autoformazione non ci sono troppi
problemi da questo punto di vista. Questo sarebbe improponibile
nell’azienda madre dove per i sistemi informativi, tra l’altro
particolarmente affollati, esistono solamente Java e .NET e qualsiasi
altra cosa non solo è vista male ma viene proprio rifiutata a priori.
Se la loro scelta tecnologica in realtà può avere validi motivi, la
chiusura a riccio più totale è quasi imbarazzante.
On May 29, 2007, at 12:07 PM, Daniele A. wrote:
Faccio un esempio volutamente esagerato e semplificato: l’azienda può
avere 100 persone che scrivono software in Java (o .NET)… in 10
scappano in Giamaica con un biglietto di sola andata senza dir nulla a
nessuno, 10 si dimettono senza preavviso e 10 beccano un virus in
mensa che li costringe alla malattia. Situazione critica,
indubbiamente, ma almeno non si paralizza tutto (se correttamente
scalate le risorse) e non è eccessivamente difficile reperire dei
rimpiazzi sul mercato, magari rivolgendosi ad aziende di consulenza
informatica specializzate. Con Ruby, ad oggi, sarebbe possibile?
Non sarebbe possibile nemmeno con Java: il problema non e’ conoscere
il linguaggio (Ruby si impara a leggere in qualche giorno e a scrivere
con profitto in meno di 2 settimane), il problema e’ conoscere
l’applicazione, il suo dominio
e tutti gli aspetti che ci girano intorno. Secondo me il linguaggio
e’ una delle ultime cose
di cui ci si deve preoccupare; oltretutto con un linguaggio come Java
e’ facile
che non ci siano ne’ test case ne’ specifiche, “tanto se c’e’ un
errore lo becca il compilatore”,
e quindi capire la logica del codice diventa molto piu’ difficile
rispetto a un’applicazione
Ruby/Python/vattelapesca fatta “come Fowler[*] comanda”.
Just my 2c
[*] sostituire a piacere con il proprio guru preferito
–
Stefano C.
[email protected]
On 5/29/07, Daniele A. [email protected] wrote:
On 5/28/07, Stefano G. [email protected] wrote:
Ragazzi, abbiamo la fortuna di essere il manipolo di benedetti dalla sorte che ha
scoperto questa meravigliosa e salvifica tecnologia che è Ruby, e ci lamentiamo
che non è diffusa abbastanza?
Prendo un momento per publicizzare qualcosa che ho scritto un po’ di
tempo fa:
http://www.dedasys.com/articles/programming_language_economics.html
Parla, come dice il link, di come funziona il ‘mercato’ dei linguaggio
di programmazione, che per esempio, hanno un forte componente di
‘rete’. Ovvero, piu persone un linguaggio, piu
valore ha per tutti,
per il fatto che e piu
facile trovare
programmatori/libri/applicazioni gia` fatte/librerie, ecc…
E per questo motivo che c'e
l’istinto di spingere il proprio
linguaggio.
–
David N. Welton
Linux, Open Source Consulting
On 5/29/07, Stefano C. [email protected] wrote:
errore lo becca il compilatore",
e quindi capire la logica del codice diventa molto piu’ difficile
rispetto a un’applicazione
Ruby/Python/vattelapesca fatta “come Fowler[*] comanda”.
ma non vi sembra che ci sia un pò troppa enfasi sui linguaggi? io mi
aspetto
che qualunque programmatori usi più o meno qualunque cosa learning along the
way. è come se uno mi venisse a dire che dalle parti sue usano la somma ma
non la moltiplicazione perchè se no devono fare formazione. mah! jeko
direbbe “je darei du’ carci in culo”
On mar, 2007-05-29 at 12:45 +0200, chiaro scuro wrote:
way. è come se uno mi venisse a dire che dalle parti sue usano la somma ma
non la moltiplicazione perchè se no devono fare formazione. mah! jeko
direbbe “je darei du’ carci in culo”
Guarda sono commosso, sono anni che dico sta cosa e tutti mi malmenano !
Non aggiungo nulla alle tue parole perche’ sarebbe solo un copia e
incolla
Colgo l’occasione per dire la mia.
Sono al terzo anno di ingegneria informatica e al momento della scelta
del
linguaggio per lo sviluppo della tesi mi sono stati proposti PHP e RoR.
Non
conoscendo bene nessuno dei due ho optato per quello che tutti* mi hanno
detto essere il più innovativo/semplice/veloce, anche se meno conosciuto e
usato: RoR.
E non sono rimasta delusa devo dire. Ho seguito qualche tutorial e sono
rimasta impressionata dalla potenza di RoR. Non mi pareva vero di poter
realizzare applicazioni così complesse con così poche righe di codice.
Insomma, imparare a usare Ruby è stato un vero investimento e spero che
anche i programmatori col paraocchi se ne accorgano il prima possibile.
Silvia
*quelli che lo hanno usato e hanno fatto il confronto con altri
linguaggi
On 5/29/07, Stefano C. [email protected] wrote:
Non sarebbe possibile nemmeno con Java: il problema non e’ conoscere
il linguaggio (Ruby si impara a leggere in qualche giorno e a scrivere
con profitto in meno di 2 settimane), il problema e’ conoscere
l’applicazione, il suo dominio
e tutti gli aspetti che ci girano intorno. Secondo me il linguaggio
e’ una delle ultime cose
Non fraintendere, sono assolutamente d’accordo: quello che ho
riportato è il riassunto condensato di una serie di ragionamenti con
cui mi sono scontrato veramente molto spesso con aziende soprattutto
di certe dimensioni, di cui posso condividere solamente la scelta,
nelle grosse realtà , di non introdurre tecnologie aliene alle
dinamiche aziendali già consolidate senza dei precisi percorsi
programmati e a step, per questo non concordo sulla metodologia di
introduzione a sotterfugio o di sorpresa in questi ambiti.
Se la pensassi diversamente, non avrei potuto descrivere la situazione
che invece vivo tutti i giorni dove lavoro
On May 29, 2007, at 12:45 PM, chiaro scuro wrote:
On 5/29/07, Stefano C. [email protected] wrote:
errore lo becca il compilatore",
e quindi capire la logica del codice diventa molto piu’ difficile
rispetto a un’applicazione
Ruby/Python/vattelapesca fatta “come Fowler[*] comanda”.ma non vi sembra che ci sia un pò troppa enfasi sui linguaggi?
A me si’, infatti e’ esattamente quel che volevo dire
–
Stefano C.
[email protected]
On 5/29/07, Stefano C. [email protected] wrote:
ma non vi sembra che ci sia un pò troppa enfasi sui linguaggi?
A me si’, infatti e’ esattamente quel che volevo dire
no mica ti volevo dare contro, anzi stavo enfatizzando quel tuo punto
Cari ragazzi,
Sono proprio contento di come questa discussione stia evolvendo in
termini costruttivi, e aggiungo ai motivi principali per utilizzare ruby
anche far parte di questa comunità. Questa sviolinata non per secondi
fini, ma perché se avessi lanciato lo stesso thread in un’altra ML potete
immaginare tutti che tipo di flame ne sarebbe venuto fuori, e mi
convinco sempre di più di essere finito nel posto giusto…
Ad ogni modo, per rispondere a Daniele, approfitto degli attimi di
jekite di Kiaro, e mi allineo con lo standard di risposte che mi
attribuisce
Lo scenario che vivo attualmente è proprio quello di una barca che, per un
motivo o per un altro, si sta svuotando (non parlo della mia azienda:
siamo un pool di sviluppatori di piu aziende che lavorano per lo stesso
cliente). Ci sono decine di applicazioni costruite in .NET e nonostante
in teoria il C# o il VB.net sia conosciuto da tutti, stiamo avendo
enormi problemi con la manutenzione del software, essenzialmente divisi
in due filoni principali:
il primo tipo di problemi è proprio dovuto al framework: è fortemente legato
alla IDE (Visual Studio) e alla versone del framework in uso, tanto che
per mantenere dei programmi devo usare .NET 2003 e per altri .NET 2005,
e sapete bene che la convivenza dei due ambienti nella stessa macchina
non è semplice. Il framework è cambiato molto e contnua a cambiare, bisogna
ricorere a soluzioni specifiche spesso mal documentate (addirittura la
libreria MSDN per quel che riguarda il KB è tradotta in italiano da un
software: se non lo sai e ti fidi della documentazione in italiano
è finita) e soprattutto bisogna ricorrere a strumenti specifici e
riprodurre gli ambienti non è cosi semplice. Non parlo proprio di java
dove la configurazione di un ambiente stabile è una cosa complessa, e la
replicazione dello stesso in ambienti di sviluppo/test/produzione
è hardcore…
Il secondo tipo di problemi derivano dal tipo di cultura che è alla base
dei programmatori, ed è totalmente indipendente dal linguaggio, e in
questo mi unisco a KiaroJeko e mi allineo alla linea dei calci in culo
Concludo che Ruby non è una panacea o la soluzione ad ogni male, ma mi
piace il linguaggio, mi piace la comunità, sia quella locale che quella
internazionale, e soprattutto mi fa divertire e vedo che la gente ci si
diverte, come ha dimostrato il rubyquiz E mi piacerebbe che questo
tipo di cultura si diffondesse, come piacerebbe, ne sono sicuro, anche a
voi
Bella
Jeko
Ok. Il linux club come posto mi era piaciuto ed è anche in tema…
Per la data abbozzo un “questo
venerdì”
Che ne dite?
J.
Roma, Linux Club questo Venerdì? Ci stò. Annuncialo però in un thread
separato.
On 5/29/07, Stefano G. [email protected] wrote:
per me hai centrato il punto. è una questione culturale e la cultura
rubyista kicks ass (giusto per rimanere in tema anche
perchè ricomincia
a riportare in luce il lato artistico e creativo del developer. qualche
cafone pensa ancora che lo sviluppo equivalga a bieco assemblaggio
invece
che a creazione e esplorazione. questa percezione deve cambiare.
comunqe ragazzi, quand’è che ci ribecchiamo a un Ruby Social Club? Jeko
scegli tu luogo e ora questa volta!
Nota ai rubyisti padani: siete uno scandalo! quando organizzate un
meetup da quelle parti? eppure sulla mappa siete in tanti (si Pilu,
parlo a
te!)
Stefano G. ha scritto:
Se fate il prossimo salgo anche io.
Il giorno mar, 29/05/2007 alle 16.02 +0200, chiaro scuro ha scritto:
di cultura si diffondesse, come piacerebbe, ne sono sicuro, anche a voi
Nota ai rubyisti padani: siete uno scandalo! quando organizzate un
meetup da quelle parti? eppure sulla mappa siete in tanti (si Pilu, parlo a
te!)
Signori, se un giorno si volesse fare qualche cosa qui a Cagliari, si
potrebbe coinvolgere anche l’università ; la cosa sarebbe anche
relativamente facile.
Giovanni
On 5/29/07, Giovanni C. [email protected] wrote:
Signori, se un giorno si volesse fare qualche cosa qui a Cagliari, si
potrebbe coinvolgere anche l’università; la cosa sarebbe anche
relativamente facile.
Se ce la proponi come ‘vacanza in sardegna’ mi sa che trovi un bel pò di
seguito
Nota ai rubyisti padani: siete uno scandalo! quando organizzate un
meetup da quelle parti? eppure sulla mappa siete in tanti (si Pilu, parlo
a
te!)
Lo XP User Group di Varese http://varese-xpug.has.it/ si incontra
regolarmente ogni due settimane da 8-9 mesi. Anche se il focus è su XP,
so
che in genere nelle riunioni si codifica con Rails.
Però sì, approfittando dell’estate sarebbe carino fare una riunione.
M
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