mi ero quasi ripromesso di starmene da una parte, invece…
Il 17/04/2012 12:11, Andrea D. ha scritto:
Il problema che in Italia non c’ mercato, in tutti i sensi… l’ accesso ai
clienti, quelli buoni, monopolizzato dai soliti noti. Se sei “fuori dal giro”, se
non hai agganci diretti e personali con qualcuno all’ interno di grosse realt, le
tue scelte sono a) lavorare per chi i contatti li ha, a 1/10 di quello che gli fai
guadagnare o b) andartene.
sono parzialmente d’accordo:
-
a mio modesto parere, nel 95% dei casi le grosse realt sono solo
pachidermi
immobilizzati da burocrazia interna, manager di basso livello e agganci
con i
soliti noti. in altre parole, IMHO lavori come un frustrato
-
avere contatti con le grosse realt, comporta anche da parte tua
avere le
spalle robuste. sul serio pensi che un normale professionista con
partita IVA
possa essere considerato attendibile da una Telecom o un’azienda
Finmeccanica
che deve progettare un sistema molto articolato e complesso, che magari
richiede
qualche garanzia (penali sui ritardi, certezza del risultato, etc) e
risorse in
termini di persone ed infrastrutture per lavorare?
inoltre, anche nel caso ci riuscissi, significherebbe legarti a doppio
filo con
1 solo cliente, a meno che hai un esercito di persone e riesci a
lavorare
contemporaneamente su N progetti enterprise. se io avessi tutto questo a
disposizione, farei ben altro nella vita
quindi se salta IL cliente, vai a gambe per aria anche te, come
accaduto a
moltissime SRL con i contatti giusti a partire dal 2007/2008
IMHO l’aggancio giusto quel meccanismo che tramite le giuste
conoscenze ti
permette di prendere un lavoro pagato oltre il dovuto (magari con i
contributi
dello Stato), garantendo un minimo di incolumit nel caso qualcosa vada
storto.
tutto qui.
non voglio fare l’avvocato del diavolo. come tanti, ho lavorato in
queste realt
ed ho optato per l’opzione c) lavoro nel mio piccolo (che non significa
per
forza fare il sitarello al salumiere sotto casa :P), su progetti che mi
interessano, sfanculando le grosse realt di quel tipo
Se ci fosse un mercato vero e, di conseguenza, la possibilit per i “piccoli” di
proporsi direttamente al cliente e potersi far valutare per la qualit espressa la
faccenda sarebbe molto diversa e si scatenerebbe quella corsa al talento che
impazza dalla silicon valley a londra a berlino - lo sappiamo tutti che cosa vale,
in termini di produttivit, un programmatore ottimo rispetto a un programmatore
mediocre ma finch la qualit inutile perch tanto se ho “il gancio” il cliente me
lo tengo io di cosa stiamo a parlare?Qua la qualit non paga. Non paga perch non
con la qualit che si vende. Se e quando si comincer a poter far valere la qualit
espressa, sia individuale che del prodotto, allora potremmo parlare di domanda,
offerta, qualit delle stesse e anche di usergroups e attivit per proporsi e farsi
vedere. Fino a quel momento qualsiasi altro discorso aria.
il mercato uno, ma ha tante declinazioni e funziona come un gioco:
ognuno ha
le proprie regole per vincere. se decidi di buttarti su uno, devi
prepararti
ad affrontarne le sue peculiarit.
quello che descrivi, solo una porzione mercato che IMHO anche di basso
livello, come tanti. nessuno ti obbliga a fare la risorsa esterna in
qualche
S.p.a. e/o parastatale. cos come nessuno ti vieta di perseguire le tue
aspirazioni professionali, che non significa avere la strada in discesa.
ad ogni modo, credo di essere andato OT, oltre ad aver scritto
eccessivamente,
scusate
ciao,
A.